Truffa ai condomini, lavori edili mai avviati con gli incentivi del "Bonus facciate" per un valore di 3 milioni di euro

guardia di finanza| 2' di lettura 20/07/2023 - I Finanzieri del Gruppo della Guardia di Finanza di Pisa hanno denunciato alla locale Procura della Repubblica due amministratori di una società edile con sede nel capoluogo pisano per il reato di indebita percezione di fondi pubblici.

Come risultato di complesse e articolate indagini di polizia economico-finanziaria e delle valutazioni dell’Autorità Giudiziaria, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pisa ha sottoposto a sequestro preventivo circa 2.6 milioni di euro relativi a contributi percepiti indebitamente dal “Bonus facciate” e “Ristrutturazioni edilizie”.

L’attività trae origine da un controllo di natura fiscale sulla spettanza dei bonus in materia edilizia previsti dal Decreto “Rilancio” (D.L. 34/2020), a cui sono seguiti accertamenti delegati dalla locale Procura della Repubblica.

Le indagini hanno consentito di scoprire un vasto sistema di frode, basato sull’emissione da parte di una società “general contractor” di un grande numero di false dichiarazioni, volte ad attestare l’esecuzione di finti lavori edili per 3 milioni di euro, nei confronti di vari condòmini, in realtà mai eseguiti oppure eseguiti per importi nettamente inferiori.

I Finanzieri, al fine di fornire un quadro esaustivo al P.M. titolare delle indagini, hanno eseguito accurate mirati controlli e analisi documentali ma anche specifici sopralluoghi su tutto il territorio italiano, per oltre 45 cantieri dislocati nelle province di Roma, Milano, Monza, Varese, La Spezia, Massa, Lucca, Pistoia, Pisa. A seguito dei sopralluoghi, i militari hanno osservato nella quasi totalità dei condomìni la mancata esecuzione dei lavori, l’assenza di ponteggi ovvero di lavoratori all’opera, nonché la mancata esposizione della cartellonistica prevista a norma di legge attinente all’esecuzione dei lavori.

Oltre al danno la beffa: i malcapitati condòmini, non solo hanno assistito alla mancata esecuzione dei lavori, ma hanno anche sborsato una somma pari al 10% o del 50% nei confronti dell’impresa edile per l’agognata ristrutturazione.

In considerazione degli interventi edilizi mai effettuati, gli indagati, secondo la ricostruzione degli investigatori, avrebbero conseguito, mediante la presentazione delle false dichiarazioni - denominate “comunicazioni dell’opzione relativa a interventi di recupero del patrimonio edilizio” - indebiti contributi sotto forma di crediti d’imposta, mediante il meccanismo dello sconto in fattura.

La misura cautelare del sequestro preventivo, nella misura di 2,6 milioni di euro, ha impedito l'introduzione e la circolazione, nel circuito economico legale, di crediti di imposta indebitamente percepiti, tra l’altro, utilizzabili in compensazione con debiti tributari o cedibili a terzi. Nello specifico, il sequestro è stato eseguito sul cassetto fiscale della società general contractor mediante la stretta sinergia con l’Agenzia delle Entrate.


   

di Redazione





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 20-07-2023 alle 12:28 sul giornale del 21 luglio 2023 - 10 letture

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